STEP #05 - Il mito
Il folletto monachiccio
Un’atmosfera intrisa di magia, incantesimi e superstizioni in passato si intrecciava con le vicende quotidiane della gente pugliese rendendo opera degli spiriti tutto ciò che colpiva la quotidianità. Così il sibilo del vento diventava il lamento di un’anima, il fenomeno del miraggio era causato da una fata e se in casa si smarriva qualcosa l’artefice era il monachicchio, l’onnipresente creatura immaginata come un fraticello nel barese e tarantino e come un folletto nel Salento. Ancora oggi ci sono vecchietti che ci credono ancora dicendo che esso è lo spirito di un bambino morto senza battesimo. E’ infatti lo spiritello di casa, bizzarro e dispettoso, che si immischia nelle faccende degli uomini e si diverte a intralciare i loro piani con beffe e scherzi fino a far perdere la pazienza. Il monachicchio adora intrecciare criniere e code di cavalli, posarsi sul petto delle donne che dormono per ostacolarne la respirazione e solleticare i piedi degli uomini, tirare via lelenzuola, nascondere gli oggetti nei luoghi più impensati, buttare sabbia negli occhi, rovesciare bicchieri pieni di vino, far cadere i panni stesi, dare pizzicotti e tirare i capelli. In fondo è innocuo, ma quando diventa insopportabile l’unico modo per sottometterlo e renderlo servizievole è quello di scoprirgli la testa. L’unica cosa che non può fare è quella di badare a se stesso. Per tornare come prima è apparentemente disposto a tutto facendo mille promesse e piangendo teneramente come un bambino. Ma non bisogna cadere nel suo tranello perché, appena rientrato in possesso del suo prezioso copricapo, facendo sberleffi e linguacce tra folli salti, fugge via senza mantenere alcuna promessa.
Barocco Pugliese, http://www.itriabarocco.net/web/guest/home/articolo?p_p_id=pis11_articolo_WAR_pis11&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&_pis11_articolo_WAR_pis11_f=index_articolo.jsp&_pis11_articolo_WAR_pis11_articleid=65501
Quotidiano (1990), Racconti sotto la luna, Edisalento s.r.l.
Un’atmosfera intrisa di magia, incantesimi e superstizioni in passato si intrecciava con le vicende quotidiane della gente pugliese rendendo opera degli spiriti tutto ciò che colpiva la quotidianità. Così il sibilo del vento diventava il lamento di un’anima, il fenomeno del miraggio era causato da una fata e se in casa si smarriva qualcosa l’artefice era il monachicchio, l’onnipresente creatura immaginata come un fraticello nel barese e tarantino e come un folletto nel Salento. Ancora oggi ci sono vecchietti che ci credono ancora dicendo che esso è lo spirito di un bambino morto senza battesimo. E’ infatti lo spiritello di casa, bizzarro e dispettoso, che si immischia nelle faccende degli uomini e si diverte a intralciare i loro piani con beffe e scherzi fino a far perdere la pazienza. Il monachicchio adora intrecciare criniere e code di cavalli, posarsi sul petto delle donne che dormono per ostacolarne la respirazione e solleticare i piedi degli uomini, tirare via lelenzuola, nascondere gli oggetti nei luoghi più impensati, buttare sabbia negli occhi, rovesciare bicchieri pieni di vino, far cadere i panni stesi, dare pizzicotti e tirare i capelli. In fondo è innocuo, ma quando diventa insopportabile l’unico modo per sottometterlo e renderlo servizievole è quello di scoprirgli la testa. L’unica cosa che non può fare è quella di badare a se stesso. Per tornare come prima è apparentemente disposto a tutto facendo mille promesse e piangendo teneramente come un bambino. Ma non bisogna cadere nel suo tranello perché, appena rientrato in possesso del suo prezioso copricapo, facendo sberleffi e linguacce tra folli salti, fugge via senza mantenere alcuna promessa.
Barocco Pugliese, http://www.itriabarocco.net/web/guest/home/articolo?p_p_id=pis11_articolo_WAR_pis11&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&p_p_mode=view&_pis11_articolo_WAR_pis11_f=index_articolo.jsp&_pis11_articolo_WAR_pis11_articleid=65501
Quotidiano (1990), Racconti sotto la luna, Edisalento s.r.l.
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